Inku Stories #33: I dipinti maledetti #1 di Hachi (Star Comics)

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Oggi parliamo anche di un manga, “I dipinti maledetti” di Hachi, pubblicato a marzo da Edizioni Star Comics e tradotto da  Alice Settembrini.

Pagine: 224

Acquistalo subito: I dipinti maledetti #1

Editore: Edizioni Star Comics
Collana: Target
Traduzione: Alice Settembrini

Data di uscita: Marzo
Prezzo: € 4,90

La piccola Aisya vive in orfanotrofio e, utilizzando il proprio sangue, realizza dipinti in grado di far accadere dei miracoli. Nonostante le sue buone intenzioni, i quadri vengono però ben presto contaminati dai desideri degli umani, fino a trasformarsi in ciò che la gente inizia a chiamare “i dipinti maledetti della strega”. Aisya chiede perciò al suo migliore amico Loki di trovare e bruciare tutte le sue opere, e così il giovane parte per un lungo viaggio di ricerca…

Una promessa. Il manga di cui vi parlo oggi poggia le fondamenta su una promessa, un impegno che il protagonista è costretto a portare a termine per esaudire l’ultimo desiderio della sua cara amica. Ed è così che Hachi, al suo primo esordio, ci trasporta in una storia dove l’arte gioca il suo ruolo chiave, si trasforma in uno strumento di morte, una maledizione nata dal sangue di chi ha creato senza volere pitture nere, quadri in grado di prendere vita, assetati di sangue e che non cercano altro che cibarsi del malcapitato di turno per poter continuare a camminare su questa terra.

Si intitola “I dipinti maledetti” e racconta la storia di una bambina Aisya e del suo curioso dono in grado di fare miracoli, la sua arte macchiata di sangue che le permette di creare opere affascinanti, suggestive, ma come tutte le cose “pure” quando viene corrotta dal male si trasforma nel mezzo di espressione più terrificante che possa esserci, lo stesso che l’ha portata ad essere soprannominata strega e i suoi dipinti ad essere maledetti. 

È stato questo ad incuriosirmi, la storia. Dalla trama sembrava quel genere di lettura che faceva al caso mio, quindi dopo aver finito il primo volume devo dire che tutto sommato è stato in grado di incuriosirmi abbastanza da pormi delle domande alle quali i volumi successivi mi daranno risposte.

Per ora, come punta dell’iceberg, Hachi ha messo tanta carne al fuoco, delineando una storia macabra che contrasta con lo stile di disegno, il modo in cui ha tratteggiato alcuni dei suoi personaggi che appaiono con quella nota di innocenza tipica delle bambole, con occhi grandi e luminosi, mentre per altri ha scelto di utilizzare uno stile più serio, freddo, ma senza rinunciare a un pizzico di umorismo che manda avanti la storia.

La promessa fatta ad Aisya spinge Loki ad entrare nella compagnia Vinculum, una vasta organizzazione ben strutturata di cui il quarto reparto è incaricato di occuparsi dei fenomeni paranormali, questo gli permette di poter andare alla ricerca dei quadri senza alcun problema. Dietro alla storia c’è sicuramente ricerca e cura per i dettagli, lo dimostrano quelle pagine che separano i capitoli e che ci regalano briciole di storie su alcuni dei dipinti, partendo dall’intenzione della piccola strega fino ad arrivare a cosa sono diventati, orrori ambulanti che devono essere sigillati nelle cornici affinché possa tornare tutto alla normalità.

Sfortunatamente la collezione della strega vanta un numero elevato di opere, stiamo parlando di 159 dipinti e nel primo volume ne vediamo alcuni, insieme all’effetto che hanno avuto sulle persone, al modo in cui riescono a soggiogare loro e spingerli ad agire per vie traverse, in maniera meschina e del tutto irrazionale.

Quindi stiamo parlando di una storia che affonda le sue radici nel lato oscuro dell’animo umano, un’angolo buio della nostra coscienza che ci spinge a bramare tutto ciò che non possediamo e che in qualche modo ci sprona a cercare un percorso che ci porti ad ottenere ciò che vogliamo. Si potrebbe dire che alcuni esseri umani sarebbero disposti a tutto pur di vedere realizzati i loro desideri e anche a vedersi ricoprire d’oro o realizzare quelli altrui, ma è nel limite tra ciò che giusto e sbagliato che Hachi costruisce una storia che riesce ad incuriosire i lettore, con tavole fatte di contrasti interni e personaggi che ancora dobbiamo scoprire e conoscere meglio per poterli identificare e assegnare loro un “ruolo” ben preciso in questa storia.

Questa storia senza ombra di dubbio ha del potenziale, è un po’ appesantita dai numerosi eventi che si vedono in questo primo volume, ma diciamo che è anche normale che sia così per essere il primo capitolo che da il via alla serie, ma se andando avanti con la narrazione riuscisse a diluire meglio gli eventi questo manga riuscirebbe ad avere una carica narrativa davvero forte e una spinta che potrebbe portarlo in alto. 

“I dipinti maledetti” è una serie da tenere d’occhio, un viaggio nei meandri oscuri dell’arte, una ricerca estetica che porta l’inferno nel mondo reale.

“Quando mi sono svegliato ero vuoto e confuso però ho pensato subito che avrei voluto vedere per sempre il sorriso di quella bambina”.

⚜ Manga simili: Elemental Gerad
⚜ Reazione post lettura: 
Mollo tutto per entrare nel quarto reparto.

⚜ Pagine lette: 224
⚜ Da consumarsi preferibilmente: Di sera, con una candela vicina.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Star Comics per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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